Storia del Santuario

Cappella delle Anime Purganti

Il Santuario di Boca o un monumento nei boschi come scrive Mirella Loik, è sorto intorno al 1600 a ricordo di una disgrazia mortale.

La modesta primitiva cappella presenta in affresco la morte di Gesù in croce con ai fianchi Maria e san Giovanni. Un angioletto riceve in un calice il sangue sgorgante dal costato trafitto di Gesù. Due figure umane immerse in un mare di fiamme purificatrici levano lo sguardo supplice.

La Cappella fu subito battezzata dal popolo Cappella delle Anime Purganti.

La prima Chiesa

I fedeli di Boca e dei paesi vicini sono corsi sempre più numerosi a pregare davanti alla Cappella delle Anime Purganti, manifestando il desiderio che la Cappella fosse meglio difesa dalle intemperie e che vi sorgesse accanto una piccola chiesa.

Le grazie e i miracoli correvano sulla bocca di tutti e portavano lontano il richiamo di Gesù Crocifisso.

Due fatti miracolosi, un ragazzo guarito dall’epilessia e un mercante aggredito da assassini che fuggono al suono concitato di campane e di una folla inferocita che non esistono, sono l’inizio di una serie di grazie, di miracoli, di fatti prodigiosi attestati da migliaia di ex voto che trovano posto presso la Cappella.

Il desiderio dei devoti diventa realtà verso il 1770. Al Sacerdote Gian Domenico Magistrini nativo di Maggiora, viene affidato l’incarico di preparare il progetto del nuovo scurolo e della chiesa. Gli Antonelli non erano ancora nati!

I lavori di costruzione cominciano il 16 agosto 1768 con la benedizione della prima pietra. La costruzione dura cinque anni.

Antonelli

L’inaugurazione avviene il 3-4-5 maggio 1773 con strepitoso concorso di pellegrini e generosissime offerte. La vita del Santuario si svolge serenamente con un crescendo continuo di pellegrinaggi anche da paesi lontani, fatti a piedi, pregando e cantando. Si rende necessario dare una messa nelle feste e la comodità di confessarsi per i pellegrini.

Nel 1819 l’allora Vescovo di Novara Morozzo, in visita pastorale, lancia l’indovinata idea di unire il piccolo scurolo alla Chiesa, con un porticato semicircolare con affreschi di scene della Via Crucis sulle pareti. L’unica difficoltà è la presenza del torrente Strona che corre lambendo lo scurolo e la nuova chiesa.

Sacerdoti e fedeli compiono un grande atto di fede decidendo di spostare l’alveo del torrente. Sorge così il portico semicircolare e mentre si attende di arricchirlo con affreschi, compare sulla scena del Santuario, un giovane di appena 22 anni, nativo di Ghemme e residente a Maggiora, studente di ingegneria e architettura a Torino, dall’intelligenza vivissima, animato da una volontà ferrea di farsi un nome, nella storia dell’arte, buttandosi pienamente nel fervore religioso che anima tutta la zona.

E’ Alessandro Pietro Ercole Sigismondo Antonelli. La storia del Santuario con lui volta pagina.

progetto del Santuario

L’Antonelli propone un Santuario maestoso, un campanile alto 119 metri, una basilica lunga 45 metri e larga 24 a tre navate, un pronao a tre colonne ed edifici laterali per i pellegrini. Il giro dei portici correrà sui fianchi del tempio, fino a chiudersi, in un ampio cerchio con al centro la porta d’ingresso trionfale, all’inizio della grande piazza.

Antonelli oltre alle idee grandiose ha un dono: convincere con una parlantina scioltissima i suoi clienti a fidarsi di lui. I lavori iniziati nel 1822 non procedono però celermente per un accumularsi di motivi: il freddo, il gelo, mancanza di materiali, mancanza d’acqua nel torrente. La costruzione dei portici e della maestosa porta trionfale si protrae fino al 1831.

Dal 1831 al 1835 sorge, in forma circolare, il nuovo scurolo, la cosiddetta rotonda, dove l’Antonelli intendeva portare, sopra l’altare, l’immagine sacra della cappella. La popolazione di Boca si oppone decisamente: la cappella è sempre stata là, stia là ancora.

Nè Antonelli nè suo figlio riusciranno a risolvere il problema. Daranno una soluzione gli architetti Stefano e Pietro Molli, ma giungeremo nel 1925. Intanto vengono gettate le fondamenta del grande tempio in mezzo ad enormi difficoltà. Il momento è però delicato anche in campo politico. C’è la guerra…. continui sacrifici sono richiesti al popolo, serpeggia il malcontento e nell’animo lo scoraggiamento e la sfiducia a continuare.

Gesù Crocifisso suscita allora il profeta necessario: il sacerdote Don Francesco Antonio Del Boca direttore spirituale del Santuario. Siamo nel 1848.

In breve, don Francesco commentando un testo del profeta Aggeo, adatto alla situazione di Boca, ricorda le promesse di Dio a coloro che zelano la costruzione delle sue chiese, prevedendo lo sviluppo che il Santuario avrà negli anni a venire. Il discorso desta vivissima impressione e i lavori riprendono. Nel 1848 le colonne arrivano ai capitelli. Nel 1854 è coperta la navata verso la strada e quattro anni dopo anche quella lungo il torrente è sistemata. Nel 1895 la struttura essenziale è terminata.

Si festeggia con solennità e si posa un busto, ad opera di Giulio Milanoli scultore nipote dell’Antonelli morto a Torino nell’88. Mentre tutto pare incamminarsi verso una felice conclusione di tanti lavori e sacrifici, una prova terribile arriva per tutti.

Il Santuario crolla!!

In tutta la provincia si svolgono sotto un tempo inclemente, grandi manovre militari e tutta la zona di Boca è interessata.

crollo

La notte tra il 15 e il 16 agosto 1907 un temporale di inaudita violenza si scatena sulla zona del Santuario. Un fulmine spacca una delle chiavi della volta e provoca lesioni gravi alla colonna a destra verso la strada.

L’architetto Antonelli Costanzo fa subito collocare delle spie e puntellare le parti che gravano sulla colonna lesionata, con l’impegno di tenerla sotto osservazione continua.

Il 30 agosto è previsto per le ore 15 l’arrivo di due distaccamenti di soldati che però sbagliano strada e giungono con due ore di ritardo. Sempre alle ore 15 settanta stuccatori stanno arabescando la volta della Basilica. Il capomastro, notando un rivolo di polvere uscire dalle screpolature della colonna, grida agli operai di scendere subito e di uscire. Risuonano nell’aria alcuni schianti, seguiti da un boato fragoroso e un tremendo polverone si alza al cielo. E’ crollato il Santuario!

Si grida al miracolo per la salvezza degli operai, dei soldati e di due coniugi che erano a pregare nella piccola chiesa rimasta ancora in piedi circondata di macerie.

Il crollo suscita vero dolore in tutti. L’architetto Antonelli espone le cause della catastrofe, a suo dire dovuta ad un’azione violenta di una scossa atmosferica che ha trovato facile attacco nella cattiva qualità dei materiali adoperati per le colonne laterali.

Viene nominata una commissione tecnica che, quattro anni dopo il crollo, non raggiunge un pieno accordo.

Il Vescovo incita alla ricostruzione. Tutta la Diocesi partecipa e finalmente per dare alle funzioni religiose un ambiente decoroso, si sistema in fretta e furia la Rotonda.

L’Architetto Costanzo Antonelli umiliato e disgustato dalle discussioni lascia il posto di Direttore Tecnico.

Nella ricostruzione il Tempio avrà una sola navata con cappelle laterali, le colonne saranno intercalate da solidi pilastroni, si abbassa l’altezza totale di 10 metri: anche Antonelli, sia pure a malincuore approva le innovazioni.

ricostruzione

I lavori di ricostruzione cominciano a luglio 1914,con 50 operai. A settembre del 1915 il tetto è sistemato. Nel marzo 1916 si prepara la chiesa per le sacre funzioni. I lavori più necessari sono compiuti nel grande Tempio per le feste del maggio 1918.

IL SOGNO TITANICO DI UN GIOVANE ARCHITETTO SI AVVIA AL COMPIMENTO

Il Tempio si adorna di:

  • il pavimento di marmo
  • l’Ara dei Caduti per la Patria
  • l’imponente Altare Maggiore
  • l’Altare del Sacro Cuore
  • i bassorilievi in bronzo
  • l’Addolorata
  • la Via Crucis
  • il consolidamento della parete di entrata
  • l’organo rimodernato
  • lo scalone di accesso
  • la pavimentazione del cortile interno
  • la Rotonda trasformata in Chiesa
  • ampi saloni per i confessionali e migliaia di ex voto
  • il telefono
  • il riscaldamento
  • l’acqua potabile
  • il grande piazzale rettificato in linea con la facciata
  • il parco curato
  • ambienti per i negozi
  • l’impianto di amplificazione
  • i banchi nuovi della Basilica, della Rotonda, dello Scurolo
  • la cripta

Il Santuario di Boca è amato, frequentato e svolge sempre più ampiamente la sua missione di Pace, di Serenita’ per il Bene di tutti coloro che vi si recano per trovare conforto.

Dal 1987 il Santuario è inserito nel Parco Naturale del Monte Fenera.